Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” novembre-dicembre 2022
Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo (s)
propria
PRIMA LETTURA
Dal secondo libro di Samuèle (2Sam 5,1-3)
In quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”». Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele. – Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
Israele, dopo la parentesi drammatica del conflitto di Saul contro Davide, finalmente ha raggiunto una nuova stabilità. Nel cammino della comunità dei credenti non si è mai sicuri di non cadere nello scandalo, anche da parte dei suoi consacrati. Non dimentichiamo che lo stesso Saul è stato scelto da Dio come guida, ma poi ha distrutto tutto per aver dato spazio nel suo cuore al sentimento della gelosia. Questo non può e non deve essere motivo di allontanamento o disistima circa il progetto di Dio e il suo svilupparsi nella storia. Ogni crisi è sempre foriera di grandi novità. La crisi che Dio permette è per una rinnovata purificazione. Davide però non è per Israele uno venuto dal nulla. Già durante il regno di Saul aveva dato prova del suo impegno in favore del popolo di Dio. Non è un outsider della fede, è uno che ha vissuto sino in fondo le vicissitudini del popolo, che ha messo a rischio la sua vita quando si è trattato di combattere contro Golia. Ora quel popolo ha qualcuno a cui guardare per ritrovare l’unità. Ungono re Davide, riconoscono la scelta di Dio e vi obbediscono.
SECONDA LETTURA
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési (Col 1,12-20)
Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
Quale grande consolazione dovrebbe venirci da queste poche parole che l’apostolo Paolo rivolge ai cristiani di Colossi. La nostra salvezza non dipende principalmente dai nostri sforzi, dalla nostra coerenza, dipende unicamente da un fatto: tutto, anche io, anche tu che leggi, è fatto per mezzo di lui e in vista di lui. Io sono stato fatto per mezzo di Cristo. Come possiamo intendere questa affermazione? A me piace pensare che sia stato lui a chiedere al Padre di darmi la vita, mi ha desiderato per sé. Quante volte in famiglia ci è stata detta, o abbiamo sentito, la frase: «Per mezzo tuo siamo in questa situazione» (a volte con un’accezione negativa e a volte con un significato positivo). Noi siamo in questa situazione, cioè inseriti nella grande storia della salvezza, perché lo ha voluto Cristo. Con quale grande attenzione dovremmo coltivare la dignità che ci viene da questo desiderio. Spesso invece viviamo come se tutto e anche noi fossimo frutto di un caso, di una serie di coincidenze fortuite, in un disegno che non ha alcuna prospettiva, dentro una grande astrazione e distrazione.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,35-43)
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». – Parola del Signore.
Commento al Vangelo del giorno
Ho una specie di allergia quando leggo nei titoli liturgici frasi altisonanti, ridondanti, a rischio di inutile retorica. Questa festa è una di quelle che mi provoca questa allergia: “Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo”. Che solennità. Ma poi a queste parole cosa fa seguito? Guardandoci intorno, e dentro, vediamo che la realtà testimonia il contrario. Odio, guerre, inimicizie, mancanza di rispetto nei confronti della vita, malattie, dolore, morte: sono cose che mettono in crisi questa regalità. Ve lo immaginate un re nel cui regno accade tutto il contrario di ciò che lui ordina? Un re nudo, direbbe Andersen. Sì, Cristo è un re nudo, sulla croce, e non si vergogna di mostrarsi tale, anzi. In un incontro con un gruppo di religiose una di esse mi chiese a bruciapelo: «Ma perché c’è sempre questa rappresentazione di Gesù nudo sulla croce? Manca ogni umana pietà e ogni senso del pudore». La domanda mi sorprese non poco. Mi ha costretto a riflettere. Ho pensato, non me ne vogliano i teologi di professione, che la nudità di Cristo sulla croce altro non è che il riscatto di quella di Adamo ed Eva. Il Signore Gesù, re nudo, ci rimette dentro quel paradiso in cui la nudità era il segno della comunione perfetta.