Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” maggio-giugno 2023
Ascensione del Signore (s) (A)
propria
PRIMA LETTURA
Dagli Atti degli Apostoli (At 1,1-11)
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». – Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
L’evangelista Luca apre il suo racconto degli Atti degli Apostoli con il mandato che Gesù consegna nel giorno in cui sale al cielo e si sottrae agli sguardi degli uomini; terminato il suo ciclo nella visibilità, ora si “trasferisce” nel cielo ma per vivere sempre con i suoi discepoli, nella sua Chiesa. Più che una salita verso altro luogo, allora, è meglio parlare di trasferimento da una condizione all’altra. Da quel momento in poi, con il dono dello Spirito Santo, Gesù è presente in ogni luogo dove si celebra la santa Eucaristia, in ogni cuore fedele che prega, in ogni casa dove egli viene messo al centro della giornata. È il dono dell’ubiquità: essere ovunque e nello stesso momento. Per questo motivo gli angeli dicono: «Perché state a guardare il cielo?». Il cielo indica trascendenza, altezza, ma ora siamo tutti invitati a vivere la vita di Cristo con l’atto di fede e dell’amore, perché si realizzi ora l’espressione del Signore: «Rimanete in me e io in voi». Gesù è quindi al tempo stesso in cielo e nei nostri cuori, alla destra del Padre e nella santa Eucaristia della Messa anche di oggi.
SECONDA LETTURA
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (Ef 1,17-23)
Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore. Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
In questo passo della lettera agli Efesìni, l’Apostolo esalta la grandezza del Cristo risorto. Gesù non è un semplice uomo come gli altri: “potenza”, “vigore”, “forza”, “grandezza”, eccetera, sono vocaboli che abbondano in queste poche righe. Il cristianesimo è modestia e umiltà, è vero, ma il nostro Dio è grandioso, ha un nome superiore a qualsiasi altro nome, ha messo ogni cosa sotto i propri piedi. Tenere insieme tale piccolezza e così ampia grandezza sembra impossibile, ma il cristianesimo unisce gli opposti: si pensi per esempio alla Vergine Maria, che era regina del cielo e della terra anche quando nell’umile casa di Nàzaret spolverava i mobili della cucina, sconosciuta da tutti. Oggi guardiamo alla grandezza del Signore Gesù, assiso alla destra del Padre, e ricordiamoci che in ogni nostra debolezza, prova o sofferenza, noi abbiamo il Capo del Corpo che vive nella gloria e che ci trasmette la sua vittoria sul male. Ogni timore allora sarà abbattuto e ogni tristezza bandita, perché se viviamo nel Corpo di Cristo noi siamo, al tempo stesso, sia in terra che in cielo.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». – Parola del Signore.
Commento al Vangelo del giorno
L’ascensione al cielo del Signore segna l’inizio del tempo della Chiesa, chiamata a comunicare a tutti gli uomini, generazione per generazione, la vita nuova dello Spirito Santo, l’amore reciproco, la modestia, la pietà e la bontà, la filiale e umile adesione alla vita trinitaria. L’annuncio non basta: occorre il Battesimo, perché la forza di Dio viene dall’alto e non dagli uomini. Negare il Battesimo significa non conoscere la potenza di Dio e, in ultimo, il senso della vita dell’uomo. Non dobbiamo temere nulla, perché a Gesù «è stato dato ogni potere» e questo viene trasmesso a tutti i battezzati; parliamo del potere dell’amore, che ha una forza indicibile. Non c’è potere umano che gli si possa paragonare, perché tale forza arriva persino a farci amare i nemici. Dobbiamo quindi insegnare il Vangelo senza timore, perché abbiamo l’assicurazione della divina presenza del Signore Gesù in noi e con noi, tutti i giorni. Può esistere allora un giorno vuoto? Può esistere una vita inutile? No: tutto è vitale, propositivo, ardente, nella Chiesa di Cristo. «Nulla voglio se non che arda», disse un monaco nel giorno in cui, salutando i parenti, entrò per sempre nella clausura.