Liturgia della domenica: 26 maggio 2024

Liturgia della domenica: 26 maggio 2024

Santissima Trinità

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” maggio-giugno 2024

Santissima Trinità (s) (B)
propria


PRIMA LETTURA

Dal libro del Deuteronòmio (Dt 4,32-34.39-40)
Mosè parlò al popolo dicendo: «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo? O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi? Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro. Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre». – Parola di Dio.

Commento alla prima lettura

Obbedire alla voce di Dio significa credere in lui, nel Dio «unico e vero» al di fuori del quale «non ve n’è un altro», il quale per mezzo di Mosè ha liberato Israele dalla schiavitù dell’Egitto e, sul monte Sinai, ha stretto con esso un’alleanza, in virtù della quale Israele è divenuto il suo popolo. L’alleanza comporta da parte di Dio l’impegno a soccorrere e a salvare Israele e da parte d’Israele comporta la fedeltà ad ascoltare la parola del Signore e a non ribellarsi a lui. Il destino d’Israele – ma questo è vero anche per noi – è legato alla sua fede, cioè alla sua fedeltà ad ascoltare la voce del Signore, osservando la sua legge, e alla fiducia nella sua protezione che non verrà meno. La mancanza di fede sarà, perciò, per Israele la sua rovina. Per questo i profeti denunceranno proprio la mancanza di fede: mancanza che si esprime, anzitutto, nell’idolatria e nella ricerca di alleanze straniere, che è la negazione della fiducia che Israele deve nutrire in Dio, l’unico che può salvarlo dai suoi nemici.


SECONDA LETTURA

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,14-17)
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. – Parola di Dio. 

Commento alla seconda lettura

Per la potenza dello Spirito Santo, il cristiano è messo in rapporto con Dio nella stessa relazione filiale di Cristo con il Padre: Cristo come figlio unigenito, coeterno al Padre, il cristiano come figlio adottivo ed erede. Siamo al cuore della comunione trinitaria: comunione con Cristo, il cui Spirito ci conforma a lui e ci attesta la nostra dignità filiale, comunione con il Padre che ci ricolma dello Spirito del suo amore, chiamandoci e abilitandoci alla stessa risposta d’amore del Figlio. Lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio diviene in noi principio e vincolo di comunione trinitaria: realmente siamo fatti partecipi di una relazione vitale, che è autentica vita di comunione, con le tre persone divine nella loro distinzione e nella loro unità. Divenuti figli nel Figlio siamo chiamati a rivelare il mistero di Dio uno e trino con tutta la nostra vita. Come concretamente? Vivendo la vita di tutti, ma da figli amati dal Padre, senza attendere condizioni di vita che Dio non ci ha per nulla promesso, ma rispondendo qui e ora alla divina chiamata, vivendo la grazia del momento presente. 


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». – Parola del Signore. 

Commento al Vangelo del giorno

Tutta la Chiesa è per sua natura missionaria e l’opera dell’evangelizzazione è dovere fondamentale di tutto il popolo di Dio. Ciascuno di noi è chiamato ad assumere la propria parte nell’opera missionaria, corrispondendo, secondo le proprie possibilità, al mandato di Cristo di annunciare il Vangelo a ogni creatura: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato». Il Codice di Diritto Canonico, questo bel testo spesso trascurato se non vituperato, nell’elencare gli obblighi e i diritti di tutti i fedeli, afferma: «Tutti i fedeli hanno il dovere e il diritto di impegnarsi perché l’annuncio divino della salvezza si diffonda sempre più fra gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo». Non occorre una forma di investitura particolare che vada al di là del sacramento del Battesimo, né di alcuna delega speciale, né di alcuna competenza specifica per annunciare il Vangelo nella vita ordinaria: l’impegno dell’evangelizzazione non è riservato ad alcuni specialisti, ma è di tutta la comunità. L’importante è credere e non vergognarsi del Vangelo.


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