Liturgia della domenica: 31 ottobre 2021

Liturgia della domenica: 31 ottobre 2021

Gesù

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” settembre-ottobre 2021

31ª domenica del Tempo Ordinario (B)
3ª sett. salt.


PRIMA LETTURA

Dal libro del Deuteronòmio (Dt 6,2-6)
Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni. Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore». Parola di Dio.

Commento alla prima lettura

Immagino una mamma che in tono severo ammonisce il figlio che non vuole ascoltare: «Se non ascolti quello che ti dico, finirà male». Sostanzialmente è quello che Dio dice al popolo ebraico per bocca di Mosè prima di entrare nella terra promessa, dopo quarant’anni di vita nel deserto. «Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze». Ascoltare è sinonimo di obbedire e sottintende anche “non dimenticare” e metti in pratica. Se osserviamo la situazione della nostra nazione e delle nazioni del mondo vediamo che i problemi esistenti sono dovuti al fatto che abbiamo dimenticato Dio e i suoi insegnamenti che promettono, invece, benedizioni e libertà. Nel Battesimo riceviamo lo Spirito Santo che trasforma la nostra vita nella consapevolezza della presenza di Dio. Ricordiamo, allora, e agiamo di conseguenza a ciò che ci è stato insegnato. Cosa accade quando non si ascolta ciò che dice il Signore? Che finirà male, proprio come l’ammonimento della mamma.


SECONDA LETTURA

Dalla lettera agli Ebrei (Eb 7,23-28)
Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre. Parola di Dio.

Commento alla seconda lettura

Il discorso del sacerdozio si concentra sul valore del sacrificio che Cristo ha fatto «una volta per tutte, offrendo se stesso», tutto in una volta e una volta per tutte. Si è sacrificato per noi, in quanto si è offerto a Dio esponendosi al rifiuto degli uomini e tuttavia si è consegnato agli uomini fino in fondo, nonostante la loro ostilità. Rifiutato da noi, Gesù muore per noi. La croce è la rivelazione massima, oltre ogni immaginazione, oltre ogni attesa, di chi è veramente Dio. Il gesto del Padre che dona il Figlio e del Figlio che dona sé stesso al Padre per salvarci. Per Gesù fu un grande onore accettare il sacrificio della croce per amore del Padre. Quel sacrificio farà nuove tutte le cose e finalmente cambierà il cuore dell’uomo. È un sacrificio che ha un valore eterno, è “perfetto” ed è compiuto da colui che è «sempre vivo» e intercede a favore degli uomini. Gesù Cristo è l’eterno Sommo Sacerdote che salva tutti coloro che, tramite lui, si avvicinano al Padre: egli è il Sommo Sacerdote di tutti gli uomini e di tutti i tempi.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28b-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. – Parola del Signore.

Commento al Vangelo del giorno

Uno degli scribi si avvicinò a Gesù per chiedere: «Qual è il primo tra tutti i comandamenti?». In quel tempo i giudei avevano una quantità enorme di precetti per l’osservanza della legge di Dio, ben seicentotredici. Gesù risponde citando un passaggio della Bibbia per dire che il primo dei comandamenti è «amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutte le forze». E aggiunge «il secondo è: amerai il tuo prossimo come te stesso». È il riassunto di tutto ciò che Gesù insegna su Dio e sulla vita. Come vivere questo comandamento del Signore? Parlare, telefonare, ascoltare, aiutare, studiare, mangiare, dormire, vivere la sua volontà senza divagare; fare azioni perfette con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente, avendo come movente di ogni nostra azione l’amore. Amare Dio e amare il prossimo sono le due facce di una stessa medaglia. Non si può amare Dio senza amare il prossimo e non si può amare il prossimo senza amare Dio. Così, in ogni momento della giornata, diremo: «Sì, mio Dio, in questo attimo, in questa azione ti ho amato con tutto il cuore». Gesù mette il cuore al centro perché tutto deve partire, ritornare e fare riferimento al cuore.


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