Imitiamo il «coraggio creativo» di san Giuseppe sposo della beata Vergine Maria, in particolare in questa settimana illuminata dalla celebrazione della sua solennità.
Del «coraggio creativo» parla papa Francesco nella lettera apostolica “Patris corde”. Ecco cosa scrive: «Se la prima tappa di ogni vera guarigione interiore è accogliere la propria storia, ossia fare spazio dentro noi stessi anche a ciò che non abbiamo scelto nella nostra vita, serve però aggiungere un’altra caratteristica importante: il coraggio creativo. Esso emerge soprattutto quando si incontrano difficoltà. Infatti, davanti a una difficoltà ci si può fermare e abbandonare il campo, oppure ingegnarsi in qualche modo». Quando i problemi sembrano schiacciarci; quando le difficoltà sembrano prendere il sopravvento, traiamo conforto dall’esempio di san Giuseppe, prendiamo ispirazione dalla sua tenacia e usiamo lo stesso coraggio creativo! Viviamo intensamente questa settimana sotto la sua speciale protezione!
MARTEDÌ 16 MARZO
Inizio triduo a san Giuseppe
Prepariamoci a festeggiare san Giuseppe con tre giorni intensi di preghiera. Rivolgiamoci con tanta fiducia alla sua intercessione, ricordando che «è stato chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità: proprio in tal modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della Redenzione ed è veramente “ministro della salvezza”» (Redemptoris custos, 8). San Giuseppe ci dia fiducia, coraggio e capacità di sognare in grande.
Per approfondire:
• Pregate, pregate, pregate
• In onore di San Giuseppe. Novena, Sacro Manto, Dolori e Gioie
• San Giuseppe. Fatto religioso e teologia
VENERDÌ 19 MARZO
Solennità di san Giuseppe, sposo della beata Vergine Maria
Viviamo con grande gioia questa solennità, facendoci aiutare dalle parole di papa Francesco per amare sempre di più questo grande Santo: «Giuseppe è uomo di fede: per questo era “giusto”. Non solo perché credeva ma anche perché viveva questa fede. Uomo “giusto”. È stato eletto per educare un uomo che era uomo vero ma che anche era Dio: ci voleva un uomo-Dio per educare un uomo così, ma non c’era. Il Signore ha scelto un “giusto”, un uomo di fede. Un uomo capace di essere uomo e anche capace di parlare con Dio, di entrare nel mistero di Dio. E questa è stata la vita di Giuseppe. Vivere la sua professione, la sua vita di uomo ed entrare nel mistero. Un uomo capace di parlare con il mistero, di interloquire con il mistero di Dio. Non era un sognatore. Entrava nel mistero. Con la stessa naturalezza con la quale portava avanti il suo mestiere, con questa precisione del suo mestiere: lui era capace di aggiustare un angolo millimetricamente sul legno, sapeva come farlo; era capace di ribassare, di ridurre un millimetro del legno, della superficie di un legno. Giusto, era preciso. Ma era anche capace di entrare nel mistero che lui non poteva controllare.
Questa è la santità di Giuseppe: portare avanti la sua vita, il suo mestiere con giustezza, con professionalità; e al momento, entrare nel mistero. Quando il Vangelo ci parla dei sogni di Giuseppe, ci fa capire questo: entra nel mistero. Io penso alla Chiesa, oggi, in questa solennità di San Giuseppe. I nostri fedeli, i nostri vescovi, i nostri sacerdoti, i nostri consacrati e consacrate, i papi: sono capaci di entrare nel mistero? O hanno bisogno di regolarsi secondo le prescrizioni che li difendono da quello che non possono controllare? Quando la Chiesa perde la possibilità di entrare nel mistero, perde la capacità di adorare. La preghiera di adorazione, soltanto può darsi quando si entra nel mistero di Dio».
San Giuseppe è anche padre esemplare e il Papa nella “Patris corde” lo presenta come: padre amato, padre della tenerezza, padre nell’obbedienza, padre nell’accoglienza, padre dal coraggio creativo, padre lavoratore, padre nell’ombra. Nel giorno in cui festeggiamo i papà preghiamo per tutti loro e chiediamo a san Giuseppe di essere per i loro figli come san Giuseppe: custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia. Custodi del loro cammino.
Per approfondire:
• Preghiere a san Giuseppe
• San Giuseppe. Dignità, privilegi, devozioni
• San Giuseppe. Fatto religioso e teologia
• Patris corde
• Redemptoris Custos
«Non resta che implorare da San Giuseppe la grazia delle grazie: la nostra conversione». Recita così la conclusione della lettera apostolica “Patris corde”. Sia davvero questa la nostra preghiera. È così, solo una vera conversione può aprirci a orizzonti inimmaginabili, solo una vera conversione può farci uscire dai labirinti delle nostre chiusure, solo così possiamo aprirci alla grazia.
Concludo con alcune parole tratte dalla “Lettera a san Giuseppe” del servo di Dio Tonino Bello:
Io penso, Giuseppe,
che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria,
di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore.
Lei ha puntato tutto sull’onnipotenza del Creatore.
Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura.
Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza.
La carità ha fatto il resto, in te e in lei.
Buon cammino!