Quaresima: un tempo da gustare

Quaresima: un tempo da gustare

Deposizine di Gesù

Quinta riflessione della quinta settimana di Quaresima

Nella quinta settimana di Quaresima ci lasciamo provocare dalle parole della beata Anna Katharina Emmerick ispirate dalle visioni della dolorosa passione di nostro Signore Gesù Cristo; visioni su cui è basato il film The Passion e che… non possono lasciarci indifferenti. 

Gesù è deposto dalla croce

Vidi la santa Vergine e Maria Maddalena sedute ai piedi della croce raccolte in dolorosa contemplazione; le altre donne erano intente a preparare i lini, gli aromi, l’acqua, le spugne e i vasi.
Tutti erano addolorati; in silenzio svolgevano il loro pietoso compito. Di tanto in tanto udivo i gemiti soffocati di qualche pia donna. Maria Maddalena si era abbandonata interamente all’immenso dolore; nessuno poteva distoglierla.
Dopo aver collocato le scale dietro la croce, Nicodemo e Giuseppe vi salirono portando il grande sudario al quale erano attaccate tre grandi cinghie. Con esso legarono al di sopra delle braccia e delle ginocchia il santo corpo di Gesù all’albero della croce, poi fissarono le braccia al tronco trasversale e iniziarono a sfilare i chiodi dalle mani, battendoli da dietro con dei perni appoggiati sulle punte. Giuseppe tolse il chiodo di sinistra, lasciando che il braccio di Gesù ricadesse col laccio che lo circondava; allo stesso tempo, Nicodemo fissò alla croce il santo capo del Signore, che si era tutto piegato sulla spalla destra, e tolse il chiodo di destra, lasciando ricadere il braccio di Gesù sul corpo. I chiodi delle mani subito caddero dalle piaghe ingrandite per il peso del corpo; il quale ora non pesava più sui chiodi, ma era sostenuto sulla croce solo per mezzo del lenzuolo che era stato stretto intorno alla croce. Abenadar [il centurione], invece, strappò faticosamente il lungo chiodo che trapassava i piedi.
Allora, anche la parte inferiore del corpo, che alla morte del Salvatore si era accasciata sulle ginocchia, riposò nella sua posizione naturale.
Cassio [un legionario] raccolse con gran rispetto i chiodi e li depose ai piedi della Vergine.

Una volta che ebbero estratto tutti i chiodi, Giuseppe e Nicodemo collocarono le scale sulla parte anteriore della croce, vicino al santo corpo del Signore. Con molta cura lo liberarono dolcemente dalle corde e dalle tre cinghie e lo discesero con grande amore.
Il centurione, salito su uno sgabello, lo raccolse tra le sue braccia, al di sopra delle ginocchia, mentre Giuseppe e Nicodemo, sostenendolo in alto, lo scendevano adagio.
A ogni piolo delle scale essi si soffermavano, usando ogni precauzione, come se portassero fraternamente il corpo di un amico gravemente ferito. Così la salma martoriata di Gesù scese fino a terra. Fu una scena che mi toccò il cuore. 
Gli altri amici del Signore, con fremiti d’angoscia, seguivano devotamente i movimenti della sua discesa dalla croce. Qualcuno di loro levava perfino le braccia in alto e gemeva.

Il dolore delle pie donne, di Giovanni, dei buoni sinedriti e dei soldati convertiti si esternava nella massima compostezza, che rivelava sincera umiltà verso la suprema volontà del Padre in cielo.
I colpi di martello avevano loro rammentato le sofferenze di Gesù.
Dopo la deposizione, il sacratissimo corpo di Cristo venne ricoperto con un panno di lino dalle ginocchia ai fianchi e fu deposto fra le braccia della Madre addolorata. Ella si protese verso di lui piena di grazia e di doloroso amore.

Il dolore della perdita è fonte di disperazione oppure occasione per crescere nella fede e lasciare a Dio lo spazio per abitare il mio cuore?

Ti aspetto domani mattina per continuare a riflettere insieme!


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