San Giovanni Paolo II. Un Papa che non si dimentica

San Giovanni Paolo II. Un Papa che non si dimentica

San Giovanni Paolo II

Il 22 ottobre si ricorda san Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, uno dei papi più grandi e amati della storia: perché il 22 ottobre e non la data della morte (2 aprile) o quella della nascita (18 maggio)? Per la sua festa liturgica, la Chiesa ha scelto il 22 ottobre, giorno in cui, nel 1978, inizia il ministero petrino: eletto a 58 anni, Wojtyla è uno degli uomini più giovani a salire sul soglio di Pietro.

Il 16 ottobre 1978 si leva la fumata bianca in Piazza San Pietro. Poco prima delle 19:00 Karol Wojtyla si presenta alla folla riunita rivolgendo, diversamente da quanto stabilito dal cerimoniale, un discorso di saluto. Le sue prime parole, dopo aver ricordato con emozione il predecessore Giovanni Paolo I, sono: «Gli eminentissimi cardinali hanno chiamato un nuovo Vescovo di Roma… lo hanno chiamato di un Paese lontano». Con Wojtyla sale, infatti, sul soglio pontificio un Papa non italiano dopo oltre quattro secoli. Il 1522, con l’elezione di Adriano VI, è l’anno dell’ultima elezione di un Papa non italiano, prima di Giovanni Paolo II. Ma, con la sua indiscussa capacità comunicativa, Wojtyla annulla subito le distanze: «Un paese lontano sì, ma sempre così vicino per la Comunione nella fede e nella tradizione Cristiana».

Karol Wojtyla nasce nel 1920 a Wadowice in Polonia. Ordinato sacerdote e compiuti gli studi di teologia a Roma, viaggia in varie città europee per compiere la propria missione pastorale; successivamente torna in Polonia, dove diventa Vescovo, poi Arcivescovo di Cracovia e, infine, Cardinale (1967); partecipa al Concilio Vaticano II.
Durante il suo pontificato si contraddistingue per la straordinaria sollecitudine apostolica, in particolare per le famiglie, i giovani e i malati, che lo porta a compiere migliaia di visite pastorali in tutto il mondo; lascia innumerevoli frutti in eredità alla Chiesa, tra i quali il suo ricchissimo Magistero e la promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e dei Codici di Diritto Canonico per la Chiesa latina e le Chiese Orientali. Attivissimo sul fronte interno della Chiesa ma aperto anche al mondo esterno, viaggia per tutto il mondo per raggiungere i fedeli di ogni latitudine; si occupa di temi importanti e, fin da subito, si fa portavoce delle sofferenze degli uomini e delle donne del suo tempo. Non teme di affrontare apertamente questioni politiche e si schiera contro il comunismo. Lavora incessantemente per l’unità della Chiesa Cattolica e si adopera per il dialogo interreligioso. Tradizionalista per quanto riguarda il diritto canonico, apre la Chiesa alla musica, ai concerti e ai capi politici “scomodi”: di epocale importanza resta l’incontro con Fidel Castro.

La sofferenza personale lo segna a partire dal 13 maggio 1981 quando subisce l’attentato in Piazza San Pietro: si salva nonostante i tre colpi di arma da fuoco e il responsabile, il turco Alì Agca, viene arrestato. Il Papa attribuirà all’intercessione della Vergine di Fatima il suo essersi salvato. A distanza di diversi anni il Papa incontra il suo attentatore: quel colloquio rimane privato, ma Wojtyla lo perdona pubblicamente.
Anche negli ultimi anni della sua vita, pur stanco e malato, Giovanni Paolo II non smette mai di assolvere alle sue funzioni e di battersi con tutte le forze per la pace: il suo intenso discorso contro la Guerra del Golfo nel 2003 commuove il mondo.

Nel corso del suo lungo pontificato scrive encicliche e lettere considerate pietre miliari nella storia della Chiesa. E si deve a lui l’invenzione, nel 1984, della Giornata Mondiale della Gioventù.

Amatissimo da tutti e in particolare dai giovani, Giovanni Paolo II muore il 2 aprile del 2005. Per giorni una folla immensa si mette in fila per un ultimo saluto e “Santo subito” è la scritta che campeggia sui cartelli e gli striscioni che riempiono quella piazza commossa. Il suo pontificato è durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni: il terzo più lungo della storia della Chiesa.


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