San Massimiliano Kolbe: non solo il martire di Auschwitz

San Massimiliano Kolbe: non solo il martire di Auschwitz

San Massimiliano Kolbe

Francescano conventuale, missionario, giornalista, fondatore di cittadelle e di riviste, di un’associazione ancor oggi attiva e diffusa in tutto il mondo come la Milizia dell’Immacolata. E poi santo e martire, il primo «martire della carità» al mondo.
Sono davvero dieci le vite che san Massimiliano Kolbe riuscì a vivere in una sola, conclusasi ad appena 47 anni. Un’esistenza che egli visse «affidandosi» totalmente al Padre, come confermano numerosissime testimonianze, e che forse proprio per questo portò frutti così buoni e abbondanti.

Ma chi fu davvero padre Kolbe?

San Massimiliano è un santo universale: patrono dei giornalisti, delle famiglie, dei carcerati, del movimento per la vita, dei tossicodipendenti, di coloro che soffrono di disordini alimentari.
Nei suoi articoli, apparsi sulle riviste da lui fondate, si rivolge agli uomini del suo tempo, offrendo le sue meditazioni a persone di ogni estrazione, di ogni mestiere e di ogni età. Anche ad Auschwitz, si prende cura di tutti i compagni di prigionia senza distinzione alcuna. Per queste ragioni il suo messaggio è ancora oggi universalmente diffuso. Egli è il santo con una finestra aperta sul mondo, che parla al mondo.

L’amore: l’elemento dominante della sua spiritualità

Per giungere al gesto eroico di Auschwitz, del dono della sua vita al posto di quella di un padre di famiglia, egli compie un progressivo percorso di carità che lo porta ad amare in modo sempre più totalizzante il Signore e i fratelli. Dal fervore del suo cuore nascono meravigliose imprese apostoliche. 
Il santo soffre di un grave problema ai polmoni: la tubercolosi, che mette a repentaglio la sua stessa vita. Dall’agosto 1920 al maggio 1921 e dal settembre 1926 all’aprile 1927 è ricoverato nella clinica di Zakopane. L’affrontare con il massimo abbandono in Dio la malattia, l’inattività, la prospettiva di una morte prematura, gli consente un salto nella fede che sarà la base del suo successivo percorso missionario.

San Massimiliano e la Madonna

Aveva una profonda devozione per la Madre di Dio, che lo portò a fondare, nel 1917, la Milizia dell’Immacolata, una realtà ancora viva e diffusa nel mondo.
La Milizia dell’Immacolata (M.I.) è un movimento voluto da Kolbe per sostenere la Chiesa di ogni tempo. Preghiera, offerta, apostolato e affidamento all’Immacolata rappresentano il cuore dell’associazione, oggi diffusa in tutto il mondo.

Massimiliano Kolbe e la comunicazione.

San Massimiliano riesce a «leggere» perfettamente i segni dei tempi. Si rende conto che per sostenere l’attività apostolica della Chiesa è necessario fare ricorso ai mezzi di comunicazione più evoluti del tempo. Egli usa in modo preponderante la stampa, ma evangelizza anche attraverso il «nascente» mezzo radiofonico. Ha fondato molte riviste in Polonia e in Giappone e, in quei medesimi luoghi, due Città dell’Immacolata, grandi strutture conventuali che si dedicavano e si dedicano tuttora a una missione di avanguardia. La Città dell’Immacolata polacca si sviluppò al punto da raggiungere il numero di oltre settecento frati. 

Il vertice più alto: il martirio

San Massimiliano è il primo martire della carità. Egli dona la vita per amore. La Chiesa era abituata ai martiri che donavano la vita per la fede. Infatti, il processo di canonizzazione di Kolbe è quello tipico dei confessori della fede e non dei martiri. Fu san Giovanni Paolo II a introdurre questo nuovo genere di martirio.
Il regime nazista odiava in modo particolare i sacerdoti. Kolbe, inoltre, pubblicava e diffondeva molte riviste che, pur avendo un contenuto non politico, mettevano in crisi i nazisti perché inducevano la gente a riflettere e ad amare. Fermare Kolbe significava fermare l’attività editoriale da lui promossa, fermare un «fiume» d’amore che scorreva tra le colonne dei giornali.
Che cosa ci insegna oggi san Massimiliano Kolbe Tutti possiamo giungere ai suoi livelli d’amore. Ciò accade solo se la nostra capacità di amare è «allenata» ogni giorno da piccoli gesti di carità che, passo dopo passo, ci preparano a essere autentici miracoli d’amore. «Solo l’amore crea»: è il motto-eredità di Massimiliano.


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