Camaldoli, fondata mille anni fa da san Romualdo, è una comunità di monaci benedettini.

La sua particolarità consiste nell’essere ancora, dopo un millennio, un luogo di vita monastica e di ricerca di Dio che si realizza in due strutture differenti ma unite: un eremo e un monastero. Immerse nella pace della foresta, esse rappresentano due dimensioni fondamentali dell’esperienza monastica: la solitudine e la comunione.

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Eremo

Originario di Ravenna e monaco benedettino in Sant’Apollinare in Classe, San Romualdo aveva fondato molte comunità eremitiche prima di arrivare a Camaldoli intorno all’anno 1025. Qui eresse, ispirandosi alla spiritualità dei padri del deserto, 5 celle e un piccolo oratorio che furono il primo nucleo dell’eremo. Successivamente furono aggiunte 15 celle al nucleo originario della struttura.
Oltre alle celle il complesso dell’eremo è oggi composto da edifici comuni che ospitano la biblioteca, il refettorio, una piccola foresteria e degli spazi per gruppi, incontri e per la preghiera personale. 

Monastero

Qualche tempo dopo la fondazione dell’eremo nasce, 3 chilometri più a valle, il monastero, posto inizialmente come baluardo al silenzio e alla solitudine dell’eremo.
Nel monastero i monaci, pur vivendo anche la solitudine, fanno esperienza di vita fraterna e di comunione. Tale dimensione dell’esistenza si esprime anche nell’accoglienza degli ospiti. Nel tempo sono nate proposte di formazione culturale e spirituale, che oggi costituiscono uno dei principali impegni dei monaci della comunità. 

Lungo tutto l’anno, in particolare nel periodo estivo, la comunità propone iniziative (settimane o fine-settimana) di formazione biblica, liturgica e teologica, di dialogo ecumenico e interreligioso, di spiritualità (esercizi spirituali e ritiri), di confronto con la cultura contemporanea. Alcune proposte sono indirizzate particolarmente ai giovani.
Oltre alla partecipazione a convegni e proposte di spiritualità, è possibile accedere anche all’ospitalità libera per momenti di ritiro (personale o di gruppi) e di riposo, condividendo la preghiera liturgica della comunità.

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