Liturgia del giorno – 17 febbraio

Liturgia del giorno – 17 febbraio

Mercoledì delle ceneri

Mercoledì delle Ceneri
Liturgia delle ore 4ª sett. salt.

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” gennaio-febbraio 2021.

Inizia oggi il Tempo di Quaresima con il rito dell’imposizione delle ceneri, attraverso il quale vogliamo assumere l’impegno di convertire il nostro cuore e di tornare a Dio. Questo tempo è dono prezioso di Dio, è tempo forte e denso di significati nel cammino della Chiesa, un tempo da riscoprire. È l’itinerario verso la Pasqua del Signore. Le Letture bibliche dell’odierna celebrazione ci offrono indicazioni per vivere in pienezza questa esperienza spirituale.


PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Gioèle (Gl 2,12-18)
Così dice il Signore: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male». Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione? Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio. Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra. Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo. Tra il vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: «Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti». Perché si dovrebbe dire fra i popoli: «Dov’è il loro Dio?». Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo.

Commento alla prima lettura

La prima lettura di oggi ci invita a tornare al Signore: «Ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male». Proprio perché grande nell’amore, il Signore ci offre questo tempo di Quaresima per riflettere sulla nostra “vita spericolata”, sentire nostalgia di lui e ritornare verso la sua casa. Dio rispetta le nostre scelte, anche quando ci portano lontano da “casa”, ma da buon Padre sogna e invoca il nostro ritorno, certo che il magnetismo del suo amore saprà attirare il nostro cuore. Facilmente, infatti, ci lasciamo attrarre da tentazioni di apparenti libertà che si rivelano poi ingannatrici e fuorvianti. L’amore del Signore permette questo, ma non smette di desiderare il nostro ritorno, anzi ci offre ponti d’oro affinché possiamo correre sulla strada della riconciliazione: ci pone davanti la sua misericordia, il suo desiderio di circondarci del suo abbraccio. Il Dio che Gesù ci fa conoscere non è vendicativo, non usa espressioni come: «Te la farò pagare!», è solo capace di amare, di perdonare, di riabbracciare; e sa anche rispettare e attendere la nostra lentezza.


SECONDA LETTURA

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (2Cor 5,20 – 6,2)
Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: «Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso». Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

Commento alla seconda lettura

San Paolo ci ricorda che il Signore si fida proprio tanto di noi, talmente tanto da sceglierci come suoi diplomatici, suoi ambasciatori: «Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori». Questo significa che portiamo ad altri il suo pensiero, il suo modo di agire, i suoi progetti. Forse esagera un po’, ma certamente lo fa perché ci ama e ci ritiene pronti a questo servizio. L’ambasciatore è la presenza della nostra nazione presso le altre. Essere ambasciatori di Cristo, allora, è essere sua presenza ovunque ci troviamo; gli altri si aspettano da noi che siamo presenza visibile e credibile. Dice la sapienza popolare: «Ambasciator non porta pena», ma per noi non può essere così: noi portiamo la totalità del Cristo, la sua vita-morte-risurrezione; e senza usare linguaggi politicamente corretti. Il solo linguaggio credibile di questa nostra ambasceria è l’amore incondizionato del Signore verso ciascuno, verso chi “rappresentiamo” (la comunità cristiana), verso coloro a cui siamo inviati, verso il mondo intero, proprio come ha fatto Gesù accettando di farsi «in tutto simile a noi, fuorché nel peccato» (cfr. Eb 4,15). Lasciamoci, allora, riconciliare con Dio.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,1-6.16-18)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Commento al Vangelo del giorno

«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli». Il Signore non usa mezzi termini: o sei o non sei; o ti comprometti profondamente o usi la maschera, quella maschera che è oggetto di nascondimento del nostro volto e forse anche della nostra identità. Nel cammino di conversione all’amore di Dio sembra non esserci spazio per il carnevale, per le mascherate. Gesù ci vuole così come siamo e ci chiede di non cercare sotterfugi, palliativi o nascondigli inutili: sii te stesso, non cercare il consenso popolare ma, al contrario, chiuditi nella tua camera. Sembra di capire, da questo Vangelo, che assumere determinati atteggiamenti «per essere visti dalla gente» non sia la scelta migliore. Siamo inviati a rientrare in noi stessi, a misurarci con il nostro cuore, perché sembra che il Padre ci veda meglio nel nostro intimo che non nell’apparire, nel sembrare. Essere o sembrare? Questo è un buon cammino di scelta quaresimale. Speriamo che quaranta giorni ci bastino. Qualora non fossero sufficienti, abbiamo davanti a noi la vita intera, da spendere sempre con lui che sa leggere a partire dall’intimo di noi stessi.


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