Liturgia del giorno: 24 giugno

Liturgia del giorno: 24 giugno

Oggi la liturgia celebra la solennità della Natività di san Giovanni Battista. Egli è l’unico santo – fatta eccezione per la Madre del Signore – del quale si celebra, e in forma solenne, la nascita secondo la carne (e non solo la nascita al cielo, come avviene per tutti gli altri santi). Inn questo modo, la Chiesa ci invita a riflettere su una verità bellissima: la nascita di Giovanni è la «prova» che Dio è presente, che Dio è ancora in mezzo al suo popolo. Guardiamo a san Giovanni Battista come modello di discepolo, di missionario; modello di uomo innamorato della verità, che ha saputo farsi piccolo, lottando per la verità e mettendo da parte il suo io per fare posto all’amore di Dio.

Natività di san Giovanni Battista (s)
propria

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” maggio-giugno 2021


MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA

PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Geremìa (Ger 1,4-10)
Nei giorni del re Giosìa mi fu rivolta questa parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore. Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: «Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca. Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare».


SECONDA LETTURA

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (1Pt 1,8-12)
Carissimi, voi amate Gesù Cristo, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime. Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; essi cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo, mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,5-17)
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».-
Parola del Signore.


MESSA DEL GIORNO

PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Isaìa (Is 49,1-6)
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».

Commento alla prima lettura

Nel brano del profeta Isaìa, proposto nella Messa del giorno, troviamo la descrizione di un servo di Dio che viene reso dal Signore luce delle nazioni, in quanto con la sua parola annuncerà la salvezza a tutti i popoli: la liturgia di oggi applica queste parole alla persona del Battista. Questa chiamata profetica può sembrarci una cosa straordinaria, riservata solo a pochi eletti. Ci viene sempre da considerare i santi come persone eccezionali, molto diverse da noi, eppure non è così. Se andiamo a vedere da vicino la loro vita, ci accorgeremo come spesso sia segnata dalle nostre stesse paure e insicurezze, limiti e fragilità. I santi sono però riusciti a dare spazio alla vita di Dio che era in loro, permettendole di diventare il centro e il senso di tutta la loro esistenza. Solo se diventiamo capaci di mettere sempre – e in ogni situazione – Dio al primo posto, allora la vita di Dio potrà scorrere attraverso di noi raggiungendo i fratelli e diventando così strumento di salvezza per gli altri: in fin dei conti la santità sta tutta qui.


SECONDA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli (At 13,22-26)
In quei giorni, [nella sinagoga di Antiòchia di Pisìdia,] Paolo diceva: «Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”. Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».

Commento alla seconda lettura

Gli Atti degli Apostoli ci propongono un brano della predicazione di Paolo durante il suo primo viaggio missionario: raccontando in sintesi la storia della salvezza, quando presenta Gesù parla della missione che Giovanni Battista ha realizzato, chiamando il popolo di Israele a conversione per poter accogliere il Messia. Quello che l’angelo aveva predetto su Giovanni, egli lo ha realmente compiuto: ha preparato la venuta di Gesù. Giovanni è stato un grande profeta perché non ha cercato la propria gloria, ma quella di Dio. Con questo atteggiamento di diminuire perché il Cristo potesse crescere, ha preparato la strada a Gesù. La grande gloria di Giovanni, quindi, è l’essere stato profeta non solo a parole, ma con la sua carne: con la sua vita ha preparato la strada a Gesù. Chiediamo al Signore la grazia dell’umiltà che aveva Giovanni e di non addossare su di noi meriti o glorie di altri. E soprattutto la grazia che nella nostra vita ci sia sempre il posto perché Gesù cresca e noi diminuiamo, fino alla fine.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,57-66.80)
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Commento al Vangelo del giorno

L’evangelista Luca si sofferma sugli episodi della nascita di Giovanni Battista, stabilendo un preciso parallelo con i racconti dell’infanzia di Gesù. In particolare, l’imposizione del nome: non quello scontato del padre, cioè Zaccarìa, ma quello insolito di Giovanni che significa «Dio fa grazia» o «Dio concede misericordia». Giovanni, dunque, ci dice che Dio entra nella vita di ognuno, ci fa grazia, ci dona la sua misericordia nella concretezza della nostra storia. Come per Zaccarìa ed Elisabetta che erano vecchi e sterili. Come per questo bambino che diventerà un profeta coraggioso fino alla morte per testimoniare Gesù Cristo e insieme umile fino a sapersi mettere in disparte. Giovanni vuole unicamente che al centro dell’attenzione ci sia il Cristo. Egli incarna l’ideale di una vita tutta spesa in funzione del Cristo, senza concedere nulla ad altri scopi e senza cercare il proprio successo personale. Come il Battista, anche noi siamo chiamati a fare un passo indietro per far crescere il Maestro, per lasciare tutto lo spazio alla sua azione. Guardiamo a questo grande santo come modello di discepolo, di innamorato della verità, che ha saputo farsi piccolo e mettere da parte il suo “io” per fare posto all’amore di Dio e diventare conforme al suo Figlio Gesù.


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