Liturgia della domenica – 28 febbraio 2021

Liturgia della domenica – 28 febbraio 2021

28 febbraio

2ª domenica di Quaresima (B)
Liturgia delle ore 2ª sett. salt.

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” – gennaio-febbraio 2021.

In questa seconda domenica di Quaresima la Chiesa propone al nostro ascolto l’episodio della trasfigurazione di Gesù, che Marco descrive nel nono capitolo del suo Vangelo. Come Pietro, Giacomo e Giovanni anche noi saliamo sul monte della preghiera e della intimità con Dio per contemplare e ascoltare il suo Figlio amato e vedere il mondo in un’altra luce.


PRIMA LETTURA

Dal libro della Gènesi  (Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18)
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Commento alla prima lettura

«Io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare», questa è la promessa che il Signore fa ad Abramo. Ci viene da pensare che Dio, talvolta, esageri o usi delle metafore lontanissime dalla nostra realtà. Sappiamo, però, che anche la fantasia del Signore risponde all’unico comandamento che si è dato e che naturalmente ci ha dato: il comandamento dell’amore. È ovvio che chi è fedele nell’amore sarà colmo di benedizioni: non si può che “dire bene” di chi ama come il Signore ci ama, di chi ci ama sull’esempio di Gesù. Possono allora verificarsi delle stranezze: dal figlio unico di Abramo una discendenza numerosa come le stelle del cielo e la sabbia di tutte le spiagge; chi lascia padre, madre, figli, averi… per me, riceverà cento volte tanto e la vita eterna. Sono logiche comprensibili solo se si entra nel modo di ragionare di Dio. Ci sembra di capire che solo lui sia capace di moltiplicare, lasciando a noi l’impegno di dividere poi, con gli altri, quanto per amore ci dona. È un ottimo professore di aritmetica, anzi il migliore dell’universo intero!


SECONDA LETTURA

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani  (Rm 8,31b-34)
Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!

Commento alla seconda lettura

«Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?». Quanto è rincuorante questo scritto di san Paolo! Lui, condannato alla prigionia o agli arresti domiciliari in una Roma alquanto pagana, sulla barca che lo ha condotto a Roma, si è portato Colui che è causa della sua prigionia: il Signore Gesù, il Dio della libertà. Ed è per questo che può dire che finché i nemici che ci perseguitano sono gli uomini, si può stare tranquilli, perché l’importante è avere dalla nostra parte Dio. Infatti Gesù, proprio nel Vangelo di ieri, ci ha esortato a pregare per chi «è contro di noi», per i nostri nemici, per chi progetta la nostra morte. Di situazioni simili Paolo potrebbe raccontarne per giorni e giorni: i giudaizzanti (cristiani di origine ebraica che conservavano l’osservanza della legge mosaica) lo odiavano, ma lui, dopo la luce sulla strada di Damasco, ha capito bene che essere in compagnia di Dio è la sicurezza migliore che esista. Rimane, comunque, sempre vero che essere nell’amore offre una sicurezza incalcolabile, perché l’amore non muore; ne è garanzia la croce di Cristo e il sepolcro vuoto. E non c’è guardia del tempio che riesca a controllare la potenza dirompente del Risorto.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Commento al Vangelo del giorno

«Rabbì, è bello per noi essere qui». Signore, condividiamo e sentiamo nostra questa affermazione di Pietro. È stupendo stare in tua compagnia, avvolti nella luce dell’amore del Padre. Desideriamo stare con te, perché sappiamo di essere in compagnia dell’Amato e anche noi ci sentiamo i prediletti di questo tuo e nostro Padre che ci ama. Siamo anche desiderosi di ascoltare la tua Parola, sempre secondo le indicazioni offerte dal Padre. «Cosa vuoi di più dalla vita?» direbbero i nostri ragazzi; stare con te è il massimo della vita. Anche noi, come Pietro, talvolta siamo tentati di restare immersi in una così grande bellezza e beatitudine, ma Gesù ci indica un’altra strada: scendere per testimoniare, non solo per riferire; dire con la vita e le opere che si è incontrato il Salvatore. Come si fa a tacitare un cuore che esplode di gioia per le meraviglie compiute da Gesù? Chi ama non riesce a tacere, l’amore è per sua natura comunicativo: «Non potrò tacere, mio Signore, le meraviglie del tuo amore, ma perché questo accada è necessario stare con te Signore».


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