Liturgia della domenica – 7 marzo 2021

Liturgia della domenica – 7 marzo 2021

Gesu

3ª domenica di Quaresima (B) viola
3ª sett. salt.

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” marzo-aprile 2021

Dopo il deserto e il monte, Gesù ci porta nel tempio. Lo fa per indicarci il primato assoluto di Dio. Lo fa per dirci che è giunto il momento di interrogarci su ciò che si trova nel nostro tempio, nel nostro cuore. Anche la prima lettura ci aiuta in questo passaggio. I comandamenti di Dio non vogliono essere dei pesi più o meno gravosi, mirano invece a rallegrarci e a rincuorarci. Sono destinati a illuminare i nostri occhi, affinché vedano il mondo com’è realmente. Gesù entra nel tempio e trova dei mercanti; e quando entra nel nostro cuore, che cosa trova? Trova in noi una casa di preghiera o un luogo di confusione? C’è in noi la presenza di Dio, della sua Parola? C’è lo zelo per l’osservanza dei comandamenti? Lasciamo che Gesù rovesci le nostre bancarelle così da entrare nella gratuità dell’amore.


PRIMA LETTURA

Dal libro dell’Èsodo (Es 20,1-17)
In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». – Parola di Dio.

Commento alla prima lettura

«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile». Ogni volta che ci si allontana volontariamente dal Signore e si sceglie di compiere il male, si giunge in «terra d’Egitto». Ti è capitato qualche volta, nell’arco della vita, di ritrovarti a camminare per questo “paese”, solo, deluso e schiavo di te stesso e delle tue scelte sbagliate? Si tocca il fondo ma possiamo dire che lì, più che in ogni altro luogo, si sperimenta e si tocca con mano chi è veramente il nostro Dio: egli si fa carico di me, cura le mie ferite e mi conduce con il suo amore, piano piano, verso la libertà. Scopro allora che le sue regole, i suoi comandi, non sono un limite alla mia libertà, ma un valido aiuto per continuare a camminare. Non rinunciamo alla bontà che il Signore riserva per quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti, altrimenti ci auto condanneremo all’infelicità. Il grande sant’Antonio del deserto, in punto di morte, circondato amabilmente dai suoi discepoli, esclamò piangendo: «Stavo appena per cominciare ad amare il Signore!»: questo valga anche per noi.


SECONDA LETTURA

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 1,22-25)
Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. – Parola di Dio.

Commento alla seconda lettura

Per i Giudei la morte in croce di Gesù è uno scandalo, per i pagani una stoltezza, per i chiamati è potenza e sapienza di Dio. E per noi? Cosa dice a noi la morte in croce di Gesù? Diciamo la verità, la sua docilità nel lasciarsi condurre prima e inchiodare dopo, stride alquanto con il nostro spirito “battagliero”. Sputi, umiliazioni, botte, sofferenza fisica e morale, tutto di fronte al “pubblico”, la folla entusiasta e traditrice. E Gesù che non pronuncia parola. Quanto grande è stato il suo dono! Tanto quanto il motivo per cui l’ha fatto: l’immenso amore per noi. Non si può comprendere la croce se non si passa prima per l’orto degli Ulivi dove è avvenuta la sua consegna senza riserve alla volontà del Padre: «Allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gesù, ti sei fatto Sua volontà! Quanto abbiamo da imparare! La tua misericordia ci soccorra e ci guidi a lasciare spazio, nella nostra vita, alla volontà di Dio. Ancora una volta, non è la sola sofferenza di Dio che salva, ma l’amore con cui il Signore l’ha vissuta.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,13-25)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo. – Parola del Signore.

Commento al Vangelo del giorno

In questo passo del Vangelo vediamo Gesù in azione, fa “pulizia” nel tempio e lo fa in modo alquanto energico. Sembra strano vederlo agire così, ma questo stile ci piace! Grande Gesù! Anche tu ti fai divorare dallo zelo. Ammiriamo in te la nostra umanità, il metterci il cuore, l’avere il coraggio di testimoniare e di andare controcorrente e tanto altro. Seguire le tue orme è allora possibile. I tuoi sono passi di uomo e noi siamo in grado, con il tuo aiuto, di camminare sulle tue orme. Vogliamo seguirti. Ora sì, è il tempo di vedere e imitare lo zelo che da sempre ti anima: l’amore del Padre e della sua Casa. Cosa fare? Iniziamo a fare pulizia pure noi, nel tempio del nostro cuore, togliamo tutte le nostre “mercanzie”, i cimeli, le incrostazioni, chiediamo e lasciamo entrare Gesù e sarà lui a ristabilire il Regno del Padre in noi. Accogliamolo e lasciamoci guidare. Vangelo che ci può apparire quasi banale (finalmente Gesù si scatena!) o lettura che ci scandalizza (ma Gesù non è pura bontà, mansuetudine?): Gesù, vero Dio e vero uomo, ci aiuta a mettere Dio al primo posto, fino alla croce, fino alla risurrezione.


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