L’amore vince sull’odio: un’intera famiglia beata

L’amore vince sull’odio: un’intera famiglia beata

Famiglia Ulma

Domenica 10 settembre, l’Italia e la Polonia si sono unite in un abbraccio ideale lungo quanto l’applauso che da piazza san Pietro papa Francesco ha invitato i fedeli a elevare in onore della famiglia Ulma, beatificata proprio quel giorno a Markowa dal cardinale Semeraro.
Un’intera famiglia di beati illumina dal cielo la nostra umanità ancora percorsa da guerre e divisioni: si tratta di Giuseppe e Vittoria Ulma e dei loro sette figli (uno dei quali doveva ancora nascere), che non hanno avuto paura di dare la vita pur di far vincere l’amore, nelle tenebre della Seconda guerra mondiale e della persecuzione nazista.

Il martirio affrontato per amore

Siamo nel 1944 e, quando inizia la sistematica deportazione verso i campi di concentramento degli ebrei presenti sul territorio polacco, si salvano solo quelli che riescono a farsi ospitare e nascondere dai vicini di casa, che erano consapevoli, nel fare questo, di mettere a rischio la propria vita.
Anche a Markowa c’è chi ha il coraggio di non voltarsi dall’altra parte, c’è chi ha occhi per vedere e mani per soccorrere i fratelli: i coniugi Ulma nascondono in casa loro otto persone. Un giorno vengono scoperti da un poliziotto, che rivela ai superiori il nascondiglio.

È il 24 marzo 1944 quando Giuseppe e Vittoria vengono catturati e giustiziati; con la madre muore anche il figlio che aspettavano e che sarebbe nato di lì a poco. Il pianto disperato dei sei bambini (la maggiore dei quali ha 8 anni, mentre la più piccola ne ha appena 1 e mezzo) infastidisce i nazisti, che rivolgono le armi anche contro di loro, sterminandoli. Nel 1995 la famiglia Ulma viene riconosciuta “Giusta tra le Nazioni” e il Parlamento polacco dichiara il 24 marzo «Giornata nazionale della memoria per i polacchi che salvarono ebrei durante l’occupazione tedesca».

Il Vangelo come realtà vissuta

«Il sacrificio della famiglia di Józef e Wiktoria Ulma e dei loro bambini, i quali non hanno esitato a donare la loro vita per andare in aiuto a otto persone di origine ebrea, sia per noi e per le generazioni future simbolo di fedeltà ai valori che non possono mai essere traditi, neppure di fronte alla minaccia di morte», ha detto papa Francesco e anche il cardinale Semeraro ha sottolineato la dimensione evangelica vissuta integralmente, quando ha osservato: «Vogliamo che oggi sia un giorno di gioia, perché la pagina del Vangelo scritta sulla carta è divenuta per noi una realtà vissuta, che luminosamente risplende nella testimonianza cristiana dei coniugi Ulma e nel martirio dei nuovi Beati».
I santi sono coloro che credono che qualsiasi buio si possa illuminare e, credendoci, sono poi capaci di illuminare ogni tenebra; i santi sono coloro che non hanno paura di perdere la propria vita, perché si fidano di Gesù, e sanno che, perdendola, la manterranno viva nell’amore!

Guardiamo a questa famiglia per imparare a vivere il Vangelo nell’ordinarietà della nostra vita.


L’amore vince sull’odio: un’intera famiglia beata

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