Liturgia del giorno: 29 giugno 2021

Liturgia del giorno: 29 giugno 2021

Santi Pietro e Paolo

Oggi la Chiesa celebra in un’unica festa i santi Pietro e Paolo, le due colonne che hanno reso grande la comunità di Roma. Due discepoli che, ognuno nella sua sensibilità, hanno reso un grande servizio al Signore. Che grande dono di Dio sono stati! Preghiamo oggi per Papa Francesco.

Santi Pietro e Paolo apostoli (s)
propria

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” maggio-giugno 2021


ALLA MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA

PRIMA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli (At 3,1-10)
In quei giorni, Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina. Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa. Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.


SECONDA LETTURA

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 1,11-20)
Fratelli, vi dichiaro che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo – lo dico davanti a Dio – non mentisco.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,15-19)
[Dopo che si fu manifestato risorto ai suoi discepoli,] quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».


ALLA MESSA DEL GIORNO

PRIMA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli (At 12,1-11)
In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».

Commento alla prima lettura

Il testo degli Atti degli Apostoli (Messa del giorno) dimostra come Pietro avesse già un ruolo fondamentale nella vita della primitiva comunità cristiana di Gerusalemme: tutta la preghiera della Chiesa s’innalza per il suo pastore che si trova in carcere. L’Apostolo, anche se in catene, dorme perché ha la certezza di non essere mai solo: la comunità sta pregando per lui, il Signore gli è vicino. La forza della preghiera incessante della Chiesa sale a Dio, egli la ascolta e compie una liberazione impensabile e insperata, inviando il suo angelo. Solo la preghiera scioglie le catene. E allora, come per Pietro in carcere, anche per noi tante porte che ci separano si aprirebbero, tante catene che ci paralizzano cadrebbero. Sì, il Signore ascolta la preghiera che sale dal nostro cuore e ci libera da ogni paura, da ogni catena per affrontare con forza le difficoltà della vita. La preghiera costante e unanime è un prezioso strumento per spezzare le catene che ci impediscono di volare alto, solo l’essere profondamente uniti a Dio ci permette di testimoniare il miracolo dell’amore di Dio.


SECONDA LETTURA

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2Tm 4,6-8.17-18)
Figlio mio, io sto per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Commento alla seconda lettura

Anche Paolo si trova in carcere in attesa di una condanna a morte. Scrivendo a Timòteo ci consegna delle parole davvero toccanti e piene di sapienza. Abbandonato da tutti, non ha perduto nulla della sua fede. Di fatto egli avverte che la morte si sta facendo vicina, eppure non usa la parola “morte”, ma una serie di espressioni che nascono dal fatto che l’esistenza di questo apostolo, dal momento in cui si è convertito ed è stato chiamato sulla via di Damasco, acquista una dimensione totalmente nuova. La vicinanza del Signore, la corsa per il Vangelo, le lotte continue, il sangue versato, i combattimenti per la buona battaglia: tutto questo ha caratterizzato la sua fede. Non dice quanti uomini ha convertito, quante comunità cristiane ha fondato, quanto bene ha fatto, ma soltanto che ha conservato la fede, perché per lui la fede è la base e il fondamento della sua vita. Se Paolo è vicino alla morte, il suo sguardo si proietta verso il futuro, che non è per lui la morte, ma la corona e il regno eterno. Egli, che è vissuto per altri, pensa che con lui nel Regno ci saranno tanti che grazie a lui hanno creduto. Tra questi ci siamo anche noi: questo l’augurio che ci facciamo.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Commento al Vangelo del giorno

Cristo ratifica la professione di fede di Pietro, poiché non si tratta di un’intuizione naturale o di una conoscenza umana, ma di un dono del Padre. Per tale motivo la confessione del mistero di comunione del Padre e del Figlio sta a fondamento della vita ecclesiale e rende Pietro una roccia sulla quale si costruisce la comunità. Pietro è entrato nel mistero dell’amore trinitario, perciò le porte della morte non avranno il sopravvento sulla comunità. La Chiesa sopravviverà allo scorrere del tempo, resterà salda contro tutti gli assalti del male, perché ancorata su Pietro e sulla forza della sua testimonianza di fede. La comprensione dell’identità di Gesù è il vero motivo per cui l’Apostolo riceve l’incarico di guidare la comunità dei credenti. Avere le chiavi e legare e sciogliere non sono un potere arbitrario, ma significano introdurre nella comunione del Padre gli uomini che cercano Dio con cuore sincero, ma anche allontanare quelli che si pongono al di fuori di questa comunione. Pertanto, il primato di Pietro trova la sua origine e il suo vero significato nell’adesione alla rivelazione del mistero di Dio in Cristo.


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